Dal 5 giugno al 31 agosto 2016 una retrospettiva di una tra le maggiori protagoniste della pop art italiana ed esponente della scuola di Piazza del Popolo di Roma.
La mostra, Giosetta Fioroni. Roma anni ’60, curata da Marco Meneguzzo, Piero Mascitti ed Elettra Bottazzi (Archivio Giosetta Fioroni), ripercorre i primi anni della carriera dell’artista romana, attraverso settanta tele e carte d’argento realizzate tra gli anni sessanta e i primi anni settanta del secolo scorso.
La rassegna si apre con opere caratterizzate da quell’estrema leggerezza e freschezza di toni che ritorneranno anche in momenti successivi del percorso artistico di Giosetta Fioroni. Lavori come Galeon (1959), Il segreto in azione (1959-1960), Laguna (1960), Interno con freccia rossa (1960), La lampadina (1960), L’amour (1962), Interno famigliare (1963), L’orologio (1963) sono un accumulo apparentemente indistinto di oggetti, immagini, simboli semplici e coloratissimi, siano essi cuori, labbra, frammenti di parole, numeri, su uno sfondo quasi piatto che li costringe a una relazione serrata.
Tra il 1963 e il 1964, data della sua partecipazione alla Biennale di Venezia, passata alla storia come la “Biennale della Pop”, aderisce al gruppo culturale “Pop romana" dove il suo lavoro si confronta direttamente con quelli degli artisti romani quali Franco Angeli, Tano Festa, Titina Maselli, Mario Schifano. Cosmesi, del 1963-1964, segna l’avvio di questo periodo nel quale Giosetta Fioroni assume come carattere dominante il colore argento che caratterizzerà i suoi lavori tra il 1964 e il 1967. Sono anni in cui sperimenta nuovi soggetti e in cui il vento della contestazione la porta ad affrontare temi politici che s’insinuano attraverso la dimensione della memoria personale.
Le immagini che ora la interessano, nel biennio 1967-1968, traggono ispirazione per i suoi lavori da fotografie che la riguardano indirizzandosi all’antropologia, alla psicologia e alla sociologia degli anni dell’infanzia, a partire dalla fiaba alla quale dedicherà un ampio ciclo - La guardiana delle oche (1969), La bella addormentata nel bosco: Rosaspina (1969-1970) - che si estenderà fino agli anni Settanta.
Il percorso espositivo si chiude idealmente con Grande freccia che indica la casa in campagna, lavoro che segna il suo abbandono alla mondanità, decidendo con Goffredo Parise, suo compagno, di lasciare Roma per ritirarsi a Salgareda, sul Piave.
Per informazioni: www.museomarca.com